-
L’umanità ferita
Conversazione e mostra fotografica con Jacopo Mocchi in collaborazione con Paolo Mezzadri
-
Accogliere il perdono
Gli adulteri siamo noi, ciascuno di noi che siamo in grado di adulterare le scelte più vere e più cristiane della vita con i nostri alibi, le nostre ambiguità e i nostri compromessi. Le pietre però non ce le tirano gli altri ma ce le tiriamo da soli quando cerchiamo soluzioni fasulle che invece di liberarci ci incatenano sempre più e ci fanno sprofondare sempre più in basso. Ci vuole qualcuno che ci tiri su per davvero. Per quella donna senza nome divenne chiaro, con il passare del tempo, che quello sconosciuto aveva rischiato la sua vita per salvare quella di lei. E nessun amante lo aveva mai fatto. Che…
-
La Via 6 aprile
SENZA NOME (Gv 8,1-11). Doveva essere morta, e invece era viva. Come Lazzaro, l’amico di Gesù fatto uscire dalle tenebre. O come quell’altro, Barabba, il criminale condannato a morte al cui posto andò il Signore stesso. Lei però un nome non ce l’aveva. O meglio, non sappiamo come si chiamasse. Sappiamo per certo che la Parola di Dio si ergeva dinnanzi a lei minacciosa e implacabile: “l’adultera e l’adultero dovranno essere messi a morte.” Probabilmente l’uomo, il maschio, vigliacco come spesso accade, se la sarà data a gambe, dopo averla riempita come recita una canzone “delle sue promesse vane”. (P.Bertoli, Il pescatore) Ma lei no, lei c’era finita dentro e…
-
“El Vangel” la buona notizia
Carlo Pastori, nell’anno del Giubileo della Speranza riporta sulle scene il meraviglioso Vangelo scritto in lingua milanese da Padre Edo Mörlin Visconti che lo aveva intitolato EL VANGEL PER EL DÍ D’INCOEU. Più buona notizia di così… Un evento adatto alle Sale della Comunità, ai Centri Culturali, ai Teatri Parrocchiali e a tutti coloro i quali hanno a cuore di tener vivo il bel dialetto milanese, arricchito dall’ironia e dallo slancio missionario del suo autore, scomparso nel 2023. In ricordo del caro Marino Zerbin che tante volte lo aveva recitato tanto da impararlo a memoria. Padre Edo Mörlin Visconti, missionario in Uganda dal 1971, nel corso dei lunghi anni trascorsi in Africa si era accorto che le parole…
-
Essere fratelli
Gli occhi contemplativi, che sono occhi del cuore, sono offuscati da tristezza, pessimismo, risentimento e vittimismo. Chiediamo a Dio che ce li apra veramente, che ci faccia sentire figli amati e che ci permetta di gioire e godere di tutto ciò che è Suo. Don Umberto
-
La Via 30 marzo
TUTTO CIO’ CHE E’ MIO E’ TUO (Lc 15,1-3.11-32). La parabola del Padre misericordioso che accompagna questa domenica la conosciamo a memoria. Per questo vale la pena fermarci su una sola frase, una parola solitamente poco considerata che costituisce anche lo slogan della nostra Quaresima diocesana: “tutto ciò che è mio è tuo”. È ciò che il Padre della parabola dice al figlio maggiore allorché questi manifesta la sua contrarietà alla festa per il fratello ritornato a casa. Sono parole che esprimono un legame profondo, una comunione che questo figlio maggiore non riusciva a vivere profondamente. C’è come una dissociazione tra lui e il Padre, o meglio una percezione diversa…