S.Paolo
IL PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO E LE SUE CONSEGUENZE.
Ad Antiochia, la comunità decise di intraprendere quello che potremmo chiamare il primo vero progetto missionario: Barnaba, Paolo e Marco vennero inviati a evangelizzare l’isola di Cipro; il motivo era abbastanza semplice: Barnaba proveniva da lì e aveva conoscenze e appoggi.
A Cipro Paolo ebbe un diverbio con un mago del luogo, un certo Elimas che tentò di far naufragare la missione; da Cipro poi i tre tornarono ad Antiochia, passando per varie città dell’Asia Minore, tra cui Perge (dove Marco abbandonò la Compagnia, spaventato dalle difficoltà del viaggio e se ne tornò da solo a Gerusalemme); Antiochia di Pisidia (dove Paolo pronunciò il suo primo grande discorso missionario), Iconio e Listra (dove Paolo guarì uno storpio e lui e Barnaba vennero scambiati per Zeus e Mercurio e faticarono a non farsi offrire sacrifici come a divinità).
1) UN FONDAMENTALE DIBATTITO
La questione della circoncisione
Il primo viaggio missionario, coronato da successo, si conclude con il ritorno dei due apostoli alla ”base” di Antiochia, dove però essi trovano un clima che si è fatto teso. C’è un nodo che è venuto al pettine e del quale non si può più rimandare la discussione: il cristianesimo sta crescendo come costola dell’ebraismo, ma intanto fa proseliti anche presso i non giudei: alcuni sostengono, dunque, che certo i Greci possono diventare cristiani, ma prima devono entrare nell’alleanza di Abramo e di Mosè: seguire la Legge ebraica e, soprattutto, farsi circoncidere.
Paolo e Barnaba la pensano diversamente: soprattutto Paolo che, per la sua esperienza, sostiene l’assoluta libertà dei
cristiani da ogni Legge: non è la circoncisione o qualunque altro rito a “rendere seguaci di Cristo”, ma la fede. Il
dibattito diviene teso e la comunità decide di inviare Paolo e Barnaba a Gerusalemme per chiedere lumi e dirimere
la questione.
Il primo Concilio della storia della Chiesa.
Il dibattito sull’obbligo della conservazione della Legge ebraica è il tema di quello che viene considerato il primo
concilio della Chiesa: alla presenza di Pietro e Giacomo lo scontro è acuto e si conclude con una netta presa di
posizione di Pietro a favore dell’idea per cui la salvezza proviene dalla Grazia del Signore Gesù e non
dall’osservanza della Legge antica; Giacomo appoggia la posizione petrina, ma chiede che per rispetto dei Giudei
cristiani si conservino almeno alcune regole alimentari.
A Paolo, Barnaba e ad altri apostoli viene affidato l’incarico di comunicare ai fedeli delle varie comunità le
decisioni prese, attraverso una lettera che ha questo tono:
«Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! Abbiamo
saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro
discorsi sconvolgendo i vostri animi. […] Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro
obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali
soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene».
È la vittoria della linea di Paolo e Barnaba, che tornano al loro campo base di Antiochia da trionfatori. Ma è anche
l’inizio del distacco tra il mondo ebraico e quello della Chiesa nascente, che da questo momento in poi sarà sempre
più rivolta verso la cultura ellenica e il mondo latino romano.
2)RELAZIONI BURRASCOSE
Gli episodi successivi al primo viaggio e al Concilio di Gerusalemme mettono in luce alcune dinamiche relazionali
di S. Paolo:
a) con PIETRO
L’episodio è descritto al cap. 2 della lettera ai Galati. Pietro manifesta una certa ambiguità nel tentativo
di avere diplomazia tra pagani convertiti ed ebrei convertiti. Ma questa diplomazia per Paolo, rischia di
annacquare il messaggio cristiano di salvezza. Paolo parla francamente a Pietro.,anche con durezza, la
sua libertà interiore nasce dall’amore per la verità del Vangelo. Solo così può usare questa franchezza
con il Capo della Chiesa. Il servilismo non sarebbe servito a nulla .
a) con BARNABA
L’episodio è descritto in AT 15, 36-40.
Barnaba era il migliore amico di Paolo : era colui che lo aveva richiamato da Tarso . Era una
grande personalità della prima Chiesa.
Le cose cominciarono ad incrinarsi con l’episodio di Marco in AT 17,13 ( abbandono della missione
per paura ) . Poi progressivamente la carismaticità di Paolo emerge ed è lui a prendere il primo piano
nel gruppo. Quando i due giungono al dissenso , questo è molto aspro.
E’ litigio pieno di sdegno. ( La carità non si adira ….) . Paolo è irremovibile sulle sue condizioni e
assolutamente rigoroso; ma non è anche un modo di imporre se stessi ? .
Da qui in avanti non si parla più Barnaba e non si racconta una eventuale riconciliazione .
Interessante vedere come interpreta il biblista tedesco Hollzner :
“Guardando le cose da un punto di vista umano forse l’atteggiamento di Barnaba ci potrebbe apparire il più
simpatico, mentre Paolo avrebbe giudicato con troppa severità il giovane Marco. Anche di fronte a Barnaba egli ci
può apparire duro e quasi ingiusto: doveva pur nutrire verso di lui della riconoscenza per il suo intervento che lo
aveva tratto dall’ombra”. E più avanti: “Il suo spirito doveva progredire di conoscenza in conoscenza, passo passo e
così la sua totale immedesimazione col Cristo avveniva per gradi successivi”. E qui cita un altro autore tedesco che
scrisse una vita di Paolo e che commenta così: “Non pervenne Paolo sempre a rendersi padrone del tempestoso
palpito del suo cuore; riuscì a uno soltanto di camminare sulla terra senza raccogliere nemmeno un granello della
sua polvere, a colui che non aveva nessun peccaminoso legame di natura con Adamo”. Poi conclude: «È sempre
cosa dolorosa lo spezzarsi di una antica e santa amicizia e quanto più profondo era il vincolo tanto più riesce
doloroso il distacco ».
« Quante volte avrà rievocato il tempo in cui Barnaba era il solo che credeva in lui, mentre tutti ne diffidavano,
specialmente il giorno indimenticabile nel quale egli si era portato a Tarso per cercarlo, e quella notte quando a Listra, Barnaba, con l’animo pieno di angoscia si era chinato piangente sull’amico che credeva morto. Non si lacerano simili legami senza che il cuore ne sanguini ».
Paolo avrà portato il peso di questa rottura con sofferenza e con un senso di solitudine. Ma anche questo evento gli ha fatto approfondire sempre meglio l’intuizione fondamentale della prima visione di Damasco: il Signore è il solo amico perfetto, l’amico di sempre.
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