La Via

La Via 4 settembre

ESIGENZE DELL’AMORE (Lc 14,25-33)

Un vangelo peggiore per ricominciare a scrivere La Via non mi poteva capitare.
Le parole di Gesù oggi suonano sorprendentemente dure, quasi impossibili da essere ascoltate e capite.
Chi tra noi è in grado di rinunciare a tutti i suoi averi per seguire Gesù?
E chi, in cuor suo, può dire di amarlo sopra ogni cosa?
Sono domande che hanno il potere di farci sentire fuori dalle dinamiche della sequela.
Ci vien da dire che non fa per noi.
Ma perché Gesù è così esigente?
Era allergico ai facili entusiasmi, lo sappiamo.
Quando la gente che era con lui aumentava di numero invece che rallegrarsene faceva di tutto per scoraggiarla.
Allontanava le persone con un linguaggio duro, magari dopo averle avvicinate con parole di misericordia.
E questo mi ha sempre fatto riflettere.
Anche in questo brano accade.
L’episodio infatti segue di poco la parabola degli invitati al banchetto, nella quale Gesù dice che l’invito è aperto a tutti, soprattutto a coloro che non possono offrire particolari credenziali.

Un discorso così non può non entusiasmare, non può non far pensare ad un Gesù buono, dolce, comprensivo e accondiscendente.
E invece, subito dopo, ecco la sua durezza, la sua intransigente richiesta di assoluto. Come mai?
Le parole di Gesù non sono in contraddizione: l’invito al banchetto, i suoi doni, il suo amore sono gratuiti.
Ma il fatto che siano gratuiti non esclude affatto che siano anche molto impegnativi.
Se ci pensiamo un po’, accade così anche nelle nostre relazioni; nei rapporti umani succede che i vincoli più impegnativi siano proprio quelli generati da comportamenti gratuiti: niente lega tanto quanto un dono.
Il duro parlare di Gesù allora è un modo per scuotere la coscienza di chi non ha colto la preziosità del dono, di chi non è disposto a legarsi al donatore.
Forse questa è la vera condizione che impedisce di essere discepoli: non accettare di essere debitori, di dovere qualcosa all’amore di Dio che ci tiene in vita.
Il dono ricevuto un prezzo ce l’ha. E’ proprio questo che ne esprime il valore.
Per una volta funziona come la logica mondana: se una cosa te la tirano dietro gratuitamente significa che non vale.
Invece le realtà dello Spirito valgono.
Per questo hanno un prezzo altissimo.
Don Umberto