Corsi Biblici,  Terra Santa 2009

Terrasanta adulti

TRE RE

La storia del piccolo pastore che uccise il gigante filisteo con una sassata è universalmente conosciuta. Non è però soltanto un bel racconto. È un evento chiave per il successivo periodo della storia di Israele. È questo il tempo dei primi tre re di Israele.
L’evento va collocato durante il regno di Saul, ma il giovane Davide era già stato unto in segreto come futuro re. In Saul i germi di una profonda gelosia crebbero fino a diventare progetti omicidi insani e, alla fine, suicidi.
Questo evento rivela invece in Davide due importanti qualità: fiducia in Dio e grande coraggio. Esse gli fecero guadagnare il regno, che passò poi a suo figlio Salomone.
Saul, Davide e Salomone regnarono su tutte le tribù di Israele. Fu un secolo che trasformò completamente la nazione.
PERCHÉ ISRAELE VOLLE UN RE?
Israele non divenne una monarchia in un attimo. Il passaggio dai giudici ai re fu lento. Alla fine del periodo dei giudici, Israele aveva un nuovo capo: Samuele. Sotto certi aspetti, Samuele esercitò una guida molto simile a quella di un re, mentre Saul, il primo re, somigliò molto ai giudici.
Comunque, tra Samuele e Saul avvenne un cambiamento preciso. Giunse il momento in cui il popolo chiese di avere un vero re. Ma che cosa portò a questo cambiamento?
La guida di Samuele
Samuele fu uno straordinario uomo di Dio che operò la transizione tra il periodo dei giudici e quello della monarchia. Egli fu un giudice legale, ma anche un capo militare che riportò vari successi. Esercitò pure il ministero di sacerdote e di profeta. Fu molto amato e rispettato dal popolo. Ma, purtroppo, non riuscì mai a stroncare gli attacchi portati contro Israele dai vicini, i Filistei. In età avanzata fu deluso dai figli, i quali non seguirono il suo esempio. Anzi cedettero alla tentazione di doni e di corruzioni
Questo fu uno dei motivi per cui il popolo chiese un re. Pensavano che avrebbe dato una forma di governo più stabile e più duratura.
I Filistei
Furono i peggiori nemici che le tribù di Israele dovettero affrontare.
Erano un popolo violento, di cultura diversa, stabilitosi nella pianura costiera a occidente della Palestina. Usavano armi più potenti e carri da guerra. Trattarono con disprezzo le tribù di Israele. Non solo le sconfissero in battaglia, ma anche portarono loro via l’arca dell’alleanza.
Gli Israeliti rimasero profondamente umiliati. Cominciarono a pensare che l’unica loro speranza consistesse in un fronte unico e forte, sotto la guida di un re permanente.
La richiesta del popolo
I rappresentanti del popolo si recarono da Samuele e gli chiesero di nominare un re. Possiamo intuire le pressioni che fecero, ma la cosa non piacque affatto a Samuele. Avevano due motivi per chiedere un re.
* Per essere come gli altri popoli. Volevano essere come gli altri popoli. Invece Dio li aveva chiamati a essere diversi dagli altri. Dovevano essere suoi, suo popolo santo. Samuele sapeva che la monarchia avrebbe portato ogni sorta di mali, tanto che se ne sarebbero pentiti.
* Insoddisfazione per il governo di Dio. Il popolo voleva un re umano, perché era insoddisfatto del governo diretto di Dio e dei capi che aveva suscitato in tempi di emergenza.
Dio disse a Samuele: «Non rifiutano te, rifiutano me» (1 Sam 8,7). Come il culto reso ad altre divinità, anche questo era un segno di infedeltà e di mancanza di fede in Dio.
LA RISPOSTA DI DIO
Dio diede a Israele un re, come chiedevano. In realtà, Samuele fece non poca fatica a scegliere Saul, a ungerlo re e a convincerlo ad accettare. Il desiderio veniva dal popolo, ma la scelta fu di Dio. Samuele non lasciò illusioni al popolo circa quello che avrebbero sofferto se il re si fosse comportato come i re degli altri popoli. Li avvertì che avrebbero subito ogni genere di disagi finanziari e sociali, tasse, lavori forzati, confische di beni, e così via. Col passare del tempo, queste previsioni si avverarono alla lettera.

La richiesta di Israele di avere un re fu peccaminosa. La monarchia deluse le aspettative del popolo. Nonostante ciò, Dio promise di benedire il re e il popolo fino a quando gli avessero ubbidito. Ma se se avessero disubbidito, sia il popolo che il re avrebbero subito il suo castigo.
Ciò significa che anche il re era soggetto a Dio e alla sua legge come qualsiasi altro israelita. Non era al di sopra della legge. Non era certamente divino (come erano ritenuti i re di altri popoli). Anzi doveva essere per il popolo un esempio nell’osservanza della legge dell’alleanza. L’inizio della monarchia in Israele si presta così a un duplice giudizio.
Da una parte ebbe origine per motivi umani non retti. D’altra parte la monarchia fu data da Dio, e il re doveva sottostare alla sua suprema autorità.
IL RE SAUL (1030-1010 a.c. circa)
Il primo re di Israele ebbe gli aspetti positivi e negativi propri del suo ufficio. Aveva molte doti e realizzò con successo varie imprese.
Però molte debolezze del suo carattere lo portarono al disastro. Alla fine del suo regno, gli Israeliti si trovarono più che mai in balia dei Filistei.
Tutto sommato, Saul fu una delle più grandi e più tragiche figure della Bibbia. La storia della sua vita e della sua morte, intrecciata alla storia dell’ascesa di Davide, occupa il resto del l” libro di Samuele. È una narrazione stupenda. Vale la pena leggerla per intero, se si vuole gustarne il pregio letterario oltre, naturalmente, al contenuto morale e spirituale.
Alla fine Saul giunse alla lucida consapevolezza della propria pazzia.
Provò un senso di solitudine così forte che cercò aiuto dal defunto Samuele per il tramite di un medium, pratica che egli stesso aveva proibito.
Al massimo della depressione, finì per togliersi la vita mentre gli Israeliti venivano sconfitti in battaglia presso il monte Gelboe. Avevano chiesto un re per scacciare i Filistei, e invece, quando morì il primo re, gli Israeliti si trovavano più che mai sotto il giogo dei Filistei.
IL RE DAVIDE (1010-970 a.C. circa)
Davide aveva molte delle doti di Saul. Però nella sua adolescenza di pastore e poi negli anni in cui fuggì da Saul le sue qualità vennero messe alla prova e rafforzate.
Imparò la pazienza e la saggezza. Aveva la capacità di guidare il popolo con tatto ma anche con forza. Imparò soprattutto che cosa vuol dire confidare in Dio in mezzo a circostanze avverse e persino in pericolo di vita.
Per la sua umiltà e ubbidienza è presentato come «un uomo secondo il cuore di Dio».
Quando Saul morì, ci fu lotta per la successione. Abner (primo comandante in capo di Saul) cercò di intronizzare l’ultimo figlio di Saul, Isboset, ma Davide era già stato proclamato re in Ebron dalla sua tribù, quella di Giuda. Dopo una brutta guerra civile, Isboset fu ucciso e Davide fu riconosciuto re da tutte le tribù.
Davide regnò sette anni in Ebron. Poi compi un’impresa che ebbe molta importanza per la storia successiva: conquistò Gerusalemme e la fece capitale del suo regno.
Strategicamente fu una scelta meravigliosa. Gerusalemme era in posizione centrale, facile da fortificare e da difendere, trovandosi su una collina. Davide vi costruì la reggia e ne fece il centro dell’amministrazione politica dello stato.
Vi fece pure portare l’arca dell’alleanza, con grande festa di popolo. Gerusalemme divenne non solo «la città di Davide», ma «Sion», «la città di Dio». Fu il punto focale della fede delle tribù di Israele.
Con una capitale sicura, Davide continuò a consolidare il suo regno.
Internamente organizzò il sistema di governo e di amministrazione. Lo protesse esternamente conquistando i popoli circostanti e costringendoli a pagargli tasse e tributi.
Per la prima volta da quando vi erano giunti, gli Israeliti controllavano l’intero paese promesso ad Abramo.
La Bibbia è molto franca e onesta anche nei riguardi dei suoi più grandi eroi. Non li dipinge a colori smaglianti, ma ne mostra anche le debolezze e mancanze.
Davide cadde in una rete di peccati, compresi l’adulterio, l’inganno e l’omicidio premeditato. Questa triste esperienza gli attirò una sentenza molto severa da parte di Dio per mezzo del profeta Natan. Davide si pentì sinceramente e fu perdonato, ma le conseguenze del suo peccato pesarono sulla sua vita familiare.
Mancò dell’autorità morale necessaria per impedire a uno dei suoi figli di comportarsi in modo simile. Gli ultimi anni del suo regno furono turbati da guerre civili all’interno della sua stessa famiglia. Prima ancora della sua morte, ci fu spargimento di sangue per la successione al trono. Infine, Davide morì all’età di settant’anni e il trono passò a Salomone.
IL RE SALOMONE (970-933 a.c. circa)
Salomone fu un re grande e glorioso, di fama internazionale per la sua saggezza e ricchezza. Il suo lungo regno, senza guerre, diede a Israele un periodo di pace che non si era mai conosciuto prima né si conobbe dopo.
Però il suo regno, come quello di Saul, fu una mescolanza di bene e di male. I particolari della vita e del governo di Salomone si possono trovare nel 1 libro dei Re 3-11.
Negli ultimi anni di Salomone serpeggiava un diffuso malcontento contro la corte di Gerusalemme e il suo comportamento. La peggiore previsione di Samuele circa il possibile comportamento del re era diventata una triste realtà.
Le tribù del nord mal sopportavano di essere governate dal sud. Poco dopo la morte di Salomone si ribellarono e formarono un regno proprio. La monarchia unita e gli anni gloriosi della potenza di Israele ebbero termine.

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