La Via

La Via 10 febbraio

Strumenti (umili) nelle mani di Dio.                              pdf50

Il Vangelo ci presenta Gesù che sta predicando sulla riva del lago e che, per non essere oppresso dalla folla, decide di salire su una barca, quella di Simone. Alla fine della predica Gesù dice a Simone: «Prendi il largo!».

Questa espressione («Duc in altum!», in latino) è stata ripresa dal papa Giovanni Paolo II nella sua Lettera apostolica Novo millennio ineunte, all’inizio del nuovo millennio. Gesù c’invita ad andare in profondità nelle cose, a essere intraprendenti, audaci; e il Papa vuole che noi ascoltiamo questo invito di Gesù, lo prendiamo sul serio e diamo alla nostra vita uno slancio, un dinamismo forte, naturalmente fondato sulla grazia di Dio.

«Prendi il largo e calate le reti per la pesca», dice Gesù a Simone. E Simone risponde dapprima con un’obiezione: «Maestro abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla».

Possiamo immaginare i sentimenti di questi pescatori, che per tutta la notte avevano percorso in lungo e in largo il lago di Genesaret senza prendere nulla. Sono certamente sentimenti di sfiducia, di delusione.

Ma subito dopo Simone ha un’ispirazione, e dice: «Sulla tua parola getterò le reti». Egli riceve questa ispirazione da Dio. É un’ispirazione di fede: una fede non soltanto «intellettuale», ma «attiva», che spinge all’azione.

Anche noi siamo chiamati a dare questa risposta di fede. Quando ogni cosa sembra inutile, quando la vita sembra assurda, dobbiamo rivolgerci al Signore, che c’indirizza una parola di fiducia, d’incoraggiamento e di spinta. Se accogliamo questa parola, possiamo fare sempre qualcosa, possiamo avere sempre una reazione positiva, sia pur modesta, anziché rinunciare a ogni iniziativa.

Il comando rivolto da Gesù a Pietro si rivela fecondo in modo straordinario: «E avendo gettato le reti, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano». Si tratta di una pesca miracolosa, segno della potenza della parola di Gesù. Egli non è solo un uomo come tutti gli altri, ma è il Figlio di Dio, partecipe della potenza creatrice di Dio. Quando una persona si mette generosamente al suo servizio, egli fa per lei cose meravigliose.

La pesca miracolosa provoca un’impressione profonda in Simone, che vi scorge la manifestazione della potenza di Dio.

Alla fine dell’episodio evangelico, Simon Pietro riceve una missione da Gesù. Il Signore gli dice anzitutto: «Non temere!». Così pone fine al suo tremendo spavento. Poi gli promette: «D’ora in poi sarai pescatore di uomini».

La missione di Simone sarà analoga a quella del pescatore, ma sarà anche profondamente diversa. Infatti, non si possono prendere gli uomini come si prendono i pesci. Essere pescatori di uomini è in realtà un’attività divina, e l’uomo, l’apostolo, è soltanto uno strumento nelle mani di Dio: uno strumento che deve rimanere umile, e nello stesso tempo generoso, per fare con Cristo l’opera di Cristo.

Alla fine Pietro e i suoi compagni lasciano tutto per seguire Gesù e prepararsi alla missione di pescatori di uomini.

Chiediamo al Signore di essere disponibili per la sua opera, ciascuno secondo la propria vocazione. Nella Chiesa c’è una grande diversità di vocazioni, ma ciascuno ha la sua, cioè è chiamato a fare l’opera di Cristo con Cristo. Si tratta di un’opera divina, che propaga la fede, la speranza e la carità, comunica la gioia e la pace, e attira la gente alla Chiesa.

Don Stefano