
La Via 27 maggio
A SCUOLA DI COMUNIONE_ (Mt 28,16-20).
Festeggiare la Trinità significa fare un tuffo nel mistero di Dio.
Bisogna un po’ trattenere il fiato, sentire quasi che manca l’aria… ma poi si emerge.
E la sensazione è inebriante.
Manca l’aria, cioè manca la comprensione razionale e logica quando pensiamo che Dio è Uno e al contempo Trino.
Ci viene da dire che non sia possibile; 1 non è uguale a 3 e che così ogni legge matematica viene sovvertita.
Ma è proprio così!
Dio non lo comprendi con le regole della scienza (anche se scienza e fede non sono antagoniste l’una all’altra).
Dio lo comprendi (quando è possibile) solo nella comunione.
Se sei unito a Lui capisci la sua logica, la sua verità.
Dal di fuori, con sguardo distaccato e imparziale, Dio è incomprensibile.
Almeno, il Dio di cui ci ha parlato Gesù.
Solo in questa logica di comunione comprendiamo la Trinità.
Dio non è solitudine, immutabile e asettica perfezione, ma è comunione, amore, tensione dell’uno verso l’altro.
Cosa significa questa scoperta?
Che cosa cambia nella nostra quotidianità?
Noi siamo stati creati ad immagine di Dio, in Lui siamo stati anche battezzati.
Ed è per questo che le conseguenze sono enormi.
La solitudine non fa per noi, perché è fuori dalla logica di comunione che è la logica di Dio.
E’ difficile fare comunione, a tratti sembra impossibile;
ma ci è indispensabile.
E più puntiamo alla comunione più lasciamo emergere l’immagine di Dio in noi, che è la nostra verità più profonda.
Solo così ci realizzeremo.
Don Umberto

