
La Via 31 ottobre
PARLAMI D’AMORE GESU’.
(Mc 12,28-34).
Ma perché amare?
Perché amare il prossimo, cioè tutti?
Perché amare con tutto?
Perché portare il cuore a queste vertigini?
A questi perché Gesù ha risposto alla fine della parabola del “buon samaritano”: «Fai questo e vivrai».
Per vivere bene, abbiamo tutti bisogno di molto amore. «Tu sei vivo nella misura in cui ami» dice Gesù.
E Giovanni dirà: «Non amare è come morire», e lo riassume in una frase tagliente e dolente: «Chi non ama, rimane nella morte» (1Gv 3, 14).
Un dottore della legge chiede a Gesù: «Qual è il primo comandamento?» e Gesù risponde con due comandamenti: «Amerai il Signore, amerai l’uomo».
Risponde chiedendo un cuore moltiplicato, grande quanto la terra, grande quanto il cielo.
Non separiamo mai i due comandamenti.
Il secondo è simile al primo. «Amerai l’uomo» è simile all’«amerai il tuo Dio».
Il prossimo è simile a Dio.
Questa è la grande rivoluzione portata dal vangelo.
Diceva Gesù: «Qualunque cosa avete fatta a uno di questi piccoli, l’avete fatta a me».
E tutti noi, credenti e cercatori, nati da un doppio amore, siamo crocifissi a questo doppio amore.
Ama Dio «con tutto il cuore».
Eppure resta ancora del cuore per amare il marito, il figlio, la moglie, l’amico, il prossimo, te stesso.
Dio non è geloso, non ruba il cuore: lo moltiplica.
Totalità d’amore non significa esclusività d’amore.
La polifonia dell’amore… Lo scriba domanda di un comandamento; Gesù risponde indicando due comandamenti, e dentro raccoglie tre oggetti d’amore e proietta il cuore in tre direzioni: «Ama il tuo Signore, ama il tuo prossimo, ama te stesso».
La polifonia dell’amore, la pluralità del cuore.
Nostro orizzonte è questo cuore plurale, in cui l’amore di Dio è come la melodia principale, il cantus firmus, e attorno a esso si dispiega il contrappunto degli altri amori.
E nasce la polifonia dell’amore.
Ama Dio con tutto il cuore non significa ama Dio solamente, ma amalo senza mezze misure, senza mediocrità.
Allo stesso modo amerai con tutto il cuore il tuo amico, lo amerai senza calcolo e senza mediocrità.
Il nostro rischio di amori malcompresi è quello di smarrire la polifonia dell’esistenza.
A questa polifonia ci guida questa pagina di Vangelo.
Non crediate che basti amare Dio, pregarlo, venire in chiesa e cantare l’alleluja.
Lo facevano i farisei nel tempio; noi possiamo essere i nuovi farisei nei nostri nuovi templi.
Addirittura c’è chi crede di amare Dio perché non ama nessuno sulla terra.
Il prossimo ha voce, corpo, cuore che reclamano onori e amori simili a quelli di Dio.
Padre Ermes M. Ronchi

