
Omelia 26 marzo
È che noi vorremmo essere amati a modo nostro; vorremmo la salvezza così come la concepiamo noi.
Ma Dio si smarca da questa nostra aspettativa e da questa idea che ci siamo fatta di lui.
Egli dilata i nostri tempi ed è per questo che noi soffriamo: il problema infatti è come reggere a quella che giudichiamo un tempo dilatato. Di cosa lo riempiamo?
Di rabbia? Di delusione? Di distrazioni?
Un po’ di tutto questo.
Spesso però lo riempiamo di paure.
Ed è proprio questo che Gesù vuole affrontare.
A lui sta più a cuore la fede di Marta e Maria che la resurrezione di Lazzaro.
A nulla servirebbe infatti un morto tornato in vita se non siamo disposti a rompere con gli schemi di morte e disperazione.
Don Umberto
omelia di don Umberto

