
La Via 12 Novembre
LA CURA (Mt 25,1-13).
Basterebbe meditare il testo della famosa canzone di Battiato “La cura” per accogliere il messaggio fondamentale del Vangelo di oggi.
C’è uno sposalizio e, come d’uso nell’antico Israele, lo sposo si reca a casa dei genitori della sposa per accogliere la sua futura compagna di vita.
Lo fa alla sera, quando inizia il nuovo giorno.
Solo che le cose vanno per le lunghe… e lo sposo resta in casa dei futuri suoceri un po’ troppo.
Forse i convenevoli dell’accoglienza, forse questioni sulla data…
Sta di fatto che lo sposo esce a notte fonda.
Il corteo che avrebbe dovuto accompagnare la sposa da una casa all’altra era fatto dalle sue amiche, ragazze che non erano ancora promesse spose di nessuno.
Ed è in questo preciso momento che avviene il fatto decisivo.
Alcune possono accompagnare il corteo notturno con la luce delle loro lampade, altre no.
Senza olio restano al buio.
Alcune si sono prese cura di quel momento con il loro atteggiamento previdente, altre no.
L’olio della lampada infatti è simbolo proprio di questo: del prendersi cura.
Lo avevamo già capito nel Vangelo attraverso la parabola del buon Samaritano che si prende cura dell’uomo ferito versando olio e vino.
La cura che ci mettiamo nelle cose fa tutta la differenza del mondo.
La cura di se stessi, non per vanità ma per essere meglio vicini agli altri.
La cura del prossimo e la cura dell’ambiente sono necessari ad ogni buon vivere.
Ma anche, e non ultima, la cura del nostro rapporto con Dio.
Questa cura è necessaria non tanto per prepararci al momento finale della nostra vita (certamente anche a quello) ma per tutti quei momenti in cui Dio si rivela a noi, vorrebbe dirci qualcosa e magari, per incuria, noi non ce ne accorgiamo.
In ogni storia umana c’è infatti l’irruzione improvvisa di un evento o di una presenza che modificano la regolarità dell’esistenza quotidiana.
È in quei momenti che c’è una Parola per noi.
Non lasciamocela sfuggire.
Don Umberto

