
La Via 19 maggio
N O V I T A ’ (Gv 15,26-27; 16,12-15).
Se c’è una parola che mi colpisce sempre molto quando festeggiamo la Pentecoste questa è la parola “novità”. Ritorna spesso nel discorso biblico: i discepoli sono resi creature nuove, parlano lingue nuove, compiono gesti fino ad allora mai compiuti.
È una parola in grado di suscitare entusiasmo scaldando il cuore ma personalmente mi genera anche un certo disincanto.
Come se a queste novità in fondo in fondo non credessi più di tanto.
Le parole che odo intorno a me sono parole nuove?
No, mi sembra di averle sentite già moltissime volte.
E quelle che io pronuncio? Anch’esse. Conoscendomi mi scopro monotono e ripetitivo. E i fatti che mi circondano?
Spesso mi sembrano la ripetizione di eventi passati, con le stesse precise logiche e le stesse motivazioni. Bisognerebbe dimenticare, fare della propria mente una tabula rasa e allora tutto apparirebbe nuovo.
Ma non ne sono capace.
Anche da un punto di vista di crescita personale, pur avendo celebrato molte volte la Pentecoste, non so quanto io sia una creatura nuova.
Avverto più vicine le parole bibliche di Qoelet ”non c’è nulla di nuovo sotto il sole” che la novità generata dal soffio dello Spirito.
E quindi?
Credo che la vera novità consista nel fatto che questo disincanto non si trasformi in pessimismo paralizzante.
Sta proprio qui, mi pare, la forza dello Spirito Santo.
Egli non ci toglie quei pensieri faticosi che comunque ci portiamo dentro, ma ci aiuta a lottare con essi per superarli.
Lo Spirito non toglie il peccato dalla vita della Chiesa ma non lascia ad esso l’ultima parola.
Lo Spirito Santo genera comunione anche laddove il nostro istinto ci porterebbe a stare nella divisione.
E lo fa rispettando le differenze.
Senza lo Spirito Santo verremmo indubbiamente schiacciati dalle preoccupazioni e dai tormenti della nostra anima.
Ma con Lui possiamo tutto
Don Umberto

