
La Via 26 maggio
A SCUOLA DI COMUNIONE (Mt 28,16-20).
Gesù ci svela che Dio è Trinità, cioè comunione.
Ci dice che noi vediamo “da fuori” che Dio è unico, in realtà questa unità è frutto della comunione del Padre col Figlio nello Spirito Santo.
Talmente uniti da essere uno, talmente orientati l’uno verso l’altro da essere totalmente uniti.
E a me?
Che cosa significa questa scoperta?
Che cosa cambia nella nostra quotidianità?
Se Dio è comunione, in Lui siamo battezzati e a sua immagine siamo stati creati; questa comunione ci abita e a immagine di quest’immagine siamo stati creati.
La bella parabola della Genesi ci ricorda come Dio si sia guardato allo specchio, sorridendo, per progettare l’uomo.
Ma se questo è vero, le conseguenze sono enormi.
Amici: la solitudine ci è insopportabile perché inconcepibile in una logica di comunione.
Se giochiamo la nostra vita da solitari, non riusciremo mai a trovare la luce interiore perché ci allontaniamo dal progetto.
Sartre diceva: «L’enfer c’est les autres».
Gesù ci ribadisce: «Siate perfetti nell’unità».
E se anche fare comunione è difficile, ci è indispensabile, vitale, e più puntiamo alla comunione e più realizziamo la nostra storia, più ci mettiamo alla scuola di comunione di Dio, più ci realizzeremo.
Ricordiamoci che il grande sogno di Dio, la Chiesa, va costruito a immagine della Trinità.
La nostra comunità prende ispirazione da Dio-Trinità, guarda a lui per intessere rapporti, per rispettare le diversità, per superare le difficoltà.
Guardando al nostro modo di essere, di relazionarci, di rispettarci, di essere autentici, chi ci sta intorno capirà chi è Dio e per noi l’idea di un Dio che è Trinità diventerà luce.
Paolo Curtaz
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