
La Via 9 giugno
COMUNIONE E TRANSITORIETA’ (Mc 3,20-35).
Ci sono due immagini che le letture di oggi ci regalano: quelle della comunione e quella della transitorietà.
Partiamo dalla prima: Vangelo e lettura della Genesi lasciano intendere quanto sia importante vivere in comunione con gli altri per ogni essere umano, che sia credente o no.
Dopo il peccato originale questa comunione si rompe: Adamo ed Eva si accusano a vicenda e il loro legame ne resta segnato per sempre.
Così anche il Vangelo ci fa riflettere sullo stesso tema: i familiari di Gesù infatti vanno a cercarlo per riportarlo a casa intendendo così la comunione come qualcosa di troppo soffocante.
E a volte le relazioni familiari lo sono.
Gesù allarga il cerchio della sua comunione ben al di là della sua famiglia: a tutti coloro che ascoltano la Parola di Dio.
Questo allargamento è accompagnato da quella famosa frase sul peccato contro lo Spirito Santo che piò essere interpretato proprio come il peccato contro la comunione essendo lo Spirito (lo abbiamo visto a Pentecoste) generatore di verità.
Tra prima lettura e Vangelo quindi la comunione è presentata certamente nella sua importanza ma se ne intravedono anche tutti i limiti e i difetti.
S. Paolo nella seconda lettura infatti ci parla di una differenza tra realtà visibili e realtà invisibili dicendo che le prime sono di un momento e le altre sono eterne.
Tutti i tipi di legami e di comunioni che riusciamo a realizzare qui sulla terra sono di un momento.
C’è in esse una transitorietà che non è solo temporale ma anche qualitativa.
Ogni relazione di comunione genera una ferita perché ha in sé stessa un limite, un difetto, una mancanza.
Però ci può servire ad aspirare a quelle realtà invisibili che costituiscono la nostra relazione con Dio.
Mi sembra quindi che le letture oggi ci invitino a non beatificare le nostre relazioni terrene ma anche a non restarne troppo delusi quando non realizzano le nostre aspettative.
Don Umberto

