
La Via 8 settembre
ACCORGERSI:
Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù che guarisce una persona sordomuta.
Lo fa compiendo una serie di gesti che assomigliano ad un rituale: si susseguono uno con l’altro in un ordine preciso.
Anzitutto egli porta la persona in disparte, lontano dagli altri.
Non si tratta quindi di una guarigione pubblica ma di qualcosa di anonimo, in privato, in un rapporto personale tra Gesù e il sordomuto stesso.
Altre volte il Signore ha compiuto dei miracoli e delle guarigioni davanti a tutti come nel caso dell’indemoniato nella sinagoga.
Questa volta no; come a dire che i cambiamenti più importanti avvengono nell’intimità del cuore, nel rapporto unico silenzioso e solitario con Dio.
Dopo questo gesto Gesù mette le dita negli orecchi del sordomuto.
Il simbolismo di questa azione è chiaro: prima bisogna sentire e poi parlare.
Quest’uomo non parlava proprio perché non sentiva.
Esiste infatti una sordità del cuore, una sordità relazionale che ci impedisce di ascoltare veramente gli altri.
Lo facciamo a volte per stanchezza, altre volte per frenesia, o superficialità.
L’atto del sentire è diverso da quello dell’ascoltare.
Il primo sta alla base del secondo. Potremmo dire che sentire equivale ad accorgersi e ascoltare equivale a coinvolgersi.
Bisogna anzitutto accorgersi di ciò che ci circonda e di ciò che vivono e comunicano le persone.
Non è scontato né facile, soprattutto se gli altri non si esprimono chiaramente.
Penso alla difficoltà dei genitori di accorgersi dei sentimenti profondi dei figli (e i tragici fatti di questi giorni ne sono un esempio).
Solo dopo essersi accorti si può regalare agli altri una merce oggi preziosa che è quella dell’ascolto.
Si vive in un mondo frenetico; si parla spesso interrogando gli altri.
Eppure l’ascolto è il primo dei comandamenti: “ascolta Israele!”
Facciamone tesoro.
Don Umberto

