La Via

La Via 27 ottobre

LA FEDE DI BARTIMEO (Mc 10,46-52).

La fede di Bartimeo traspare dalla sua preghiera.

Non è una preghiera timida, convenzionale.

Anzitutto chiama il Signore «Figlio di Davide»: cioè lo riconosce Messia, re che viene nel mondo.

Poi lo chiama per nome, con confidenza: “Gesù”.

Non ha paura di Lui, non prende le distanze.

E così, dal cuore, grida al Dio amico tutto il suo dramma: «Abbi pietà di me!».

Soltanto quella preghiera: «Abbi pietà di me!».

Non gli chiede qualche spicciolo come fa con i passanti. No. A Colui che può tutto chiede tutto.

Alla gente chiede degli spiccioli, a Gesù che può fare tutto, chiede tutto: «Abbi pietà di me, abbi pietà di tutto ciò che sono».

Non chiede una grazia, ma presenta sé stesso: chiede misericordia per la sua persona, per la sua vita.

Non è una richiesta da poco, ma è bellissima, perché invoca la pietà, cioè la compassione, la misericordia di Dio, la sua tenerezza.

Bartimeo non usa tante parole.

Dice l’essenziale e si affida all’amore di Dio, che può far rifiorire la sua vita compiendo ciò che è impossibile agli uomini.

Per questo al Signore non chiede un’elemosina, ma manifesta tutto, la sua cecità e la sua sofferenza, che andava al di là del non poter vedere.

La cecità era la punta dell’iceberg, ma nel suo cuore ci saranno state ferite, umiliazioni, sogni infranti, errori, rimorsi. Lui pregava con il cuore. E noi?

Quando domandiamo una grazia a Dio, mettiamo nella preghiera anche la nostra propria storia, le ferite, le umiliazioni, i sogni infranti, gli errori, i rimorsi?

«Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

Facciamo oggi noi questa preghiera.

E chiediamoci: come va la mia preghiera?

Ognuno di noi si domandi: come va la mia preghiera?

È coraggiosa, ha l’insistenza buona di quella di Bartimeo, sa “afferrare” il Signore che passa, oppure si accontenta di fargli un salutino formale ogni tanto, quando mi ricordo?

Quelle preghiere tiepide che non aiutano per niente.

E poi: la mia preghiera è “sostanziosa”, mette a nudo il cuore davanti al Signore?

Gli porto la storia e i volti della mia vita?

Oppure è anemica, superficiale, fatta di rituali senza affetto e senza cuore?

Quando la fede è viva, la preghiera è accorata: non mendica spiccioli, non si riduce ai bisogni del momento.

A Gesù, che può tutto, va chiesto tutto.

Non dimenticatevi di questo.

A Gesù che può tutto va chiesto tutto, con la mia insistenza davanti a Lui.

Egli non vede l’ora di riversare la sua grazia e la sua gioia nei nostri cuori.

Papa Francesco