
La Via 6 gennaio
LA SANTITA’ DEI MAGI (Mt 2,1-12).
La Chiesa considera i Re Magi santi.
Ad essi sono dedicati chiese e parrocchie.
No so, onestamente, quando ne fu celebrata la canonizzazione.
Certamente nel XIII° secolo, vista la grande devozione popolare, il Papa concesse speciali indulgenze a chi si fosse recato sulla loro tomba.
Viene da pensare che quindi furono proclamati santi “a furor di popolo” cioè grazie al culto di cui parlavamo.
Mi resta sempre però una domanda: e le loro qualità morali?
Cosa c’è stato in loro che può essere avvicinato alla santità così come la concepiamo oggi?
Ammetto di lasciarmi guidare in questa risposta da un po’ di intuito che sconfina nella fantasia.
Si può essere santi perché sapienti.
Così infatti la tradizione identifica i Magi, come dei sapienti venuti dall’Oriente.
Sapienza è la capacità di discernere il bene dal male, il vero dal falso e, alla luce di questo, dare le giuste priorità nella vita.
Ed essi lo fecero allorché decisero che seguire la stella era la cosa più importante e tutto il resto poteva essere lasciato indietro.
Partirono per un lungo viaggio e proprio in questo sta il secondo motivo della santità.
Essi furono dei cercatori di verità.
Non si sentirono arrivati, capirono che alla loro vita mancava qualcosa e si misero in ricerca.
Fosse per me li farei patroni di tutti coloro che vincono inerzia e l’abitudine.
Nella loro ricerca c’è una inquietudine sana, quella di chi, senza angoscia, cerca Qualcuno e solo la ricerca è motivo di felicità.
Infine, la loro santità è dovuta al fatto che furono persone umili.
Quando capirono di aver sbagliato strada arrivando a Gerusalemme, chiesero a chi ne sapeva più di loro.
Erano sapienti, ma questo non impedì loro di ammettere un errore e di lasciarsi guidare.
Furono dei grandi, ma capaci di riconoscere i propri limiti.
Una vita così non può che condurre a Cristo; ed è lì che si concluse il loro viaggio.
E, forse, in questo consiste la santità: vivere e morire davanti al volto del Signore.
Don Umberto

