
La Via 9 marzo
VITTORIA (Lc 4,1-13).
Inizia la Quaresima e la scena è quella di ogni anno.
Così consueta che rischiamo di farci l’abitudine: Gesù nel deserto, il diavolo, le tentazioni.
È un episodio che costituisce un invito ad andare nel profondo di ciascuno di noi perché le tentazioni nascono dalle nostre passioni.
Più esse sono intense e vigorose più scatenano in noi forze opposte, dirompenti e caotiche; se viviamo di passioni mediocri saremo anche tentati in modo mediocre.
Ogni tentazione infatti rivela la verità di noi stessi.
Ma io penso che questo episodio sia anche un lieto annuncio: come Gesù Cristo ha vinto il male così ogni essere umano può sconfiggerlo rivelando che il male non è un destino, non ha sempre l’ultima parola.
Di fronte al male siamo liberi e responsabili in prima persona e possiamo vincerlo.
Ma qual è stato il segreto della vittoria di Gesù?
Il fatto che egli sapeva di avere già tutto ciò che il demonio gli stava promettendo.
Le tentazioni fanno leva sul nostro desiderio di avere di più: più onori, più successo, più piaceri.
È per questo che non finiscono mai.
Ed è per questo che alla fine lasciano un senso di vuoto e di amaro in bocca.
“Tutti vogliono tutto per poi accorgersi che è niente” recita una famosa canzone.
Gesù sapeva di averlo già quel “tutto” a cui bramiamo.
Gesù sentiva continuamente in sé la parola pronunciata dal padre misericordioso al figlio maggiore “tutto ciò che è mio è tuo”.
Proprio questo è il motto della nostra Quaresima diocesana.
Vorremmo tanto farla nostra questa parola!
Vorremmo tanto vivere di gratitudine!
Vorremmo tanto, con questa convinzione in noi, vincere le nostre tentazioni!
Vorremmo.
Possiamo.
Buona Quaresima.
Don Umberto

