La Via

La Via 6 aprile

SENZA NOME   (Gv 8,1-11).

Doveva essere morta, e invece era viva.

Come Lazzaro, l’amico di Gesù fatto uscire dalle tenebre.

O come quell’altro, Barabba, il criminale condannato a morte al cui posto andò il Signore stesso.

Lei però un nome non ce l’aveva.

O meglio, non sappiamo come si chiamasse.

Sappiamo per certo che la Parola di Dio si ergeva dinnanzi a lei minacciosa e implacabile: “l’adultera e l’adultero dovranno essere messi a morte.”

Probabilmente l’uomo, il maschio, vigliacco come spesso accade, se la sarà data a gambe, dopo averla riempita come recita una canzone “delle sue promesse vane”. (P.Bertoli, Il pescatore)

Ma lei no, lei c’era finita dentro e ora era lì per terra in attesa della sua esecuzione.

Magari a pensare che la vita era sempre andata storta, dall’adolescenza al matrimonio e che ora finalmente si sarebbe conclusa.

Non tante pietre, una sola, ben assestata, grossa e precisa. In testa.

Quando si creò attorno a lei un assordante silenzio avrà pensato che era la quiete prima che si scatenasse l’inferno.

E invece no.

Se ne erano andati tutti.

Tutti tranne uno, che se ne stava lì a scrivere con il dito per terra.

Secondo me quella donna non ci avrà capito nulla; sapeva soltanto che doveva morire e invece viveva ancora.

E, sempre secondo me, non ne conosciamo il nome perché quel nome è il nostro.

Gli adulteri siamo noi, ciascuno di noi che siamo in grado di adulterare le scelte più vere e più cristiane della vita con i nostri alibi, le nostre ambiguità e i nostri compromessi.

Le pietre però non ce le tirano gli altri ma ce le tiriamo da soli quando cerchiamo soluzioni fasulle che invece di liberarci ci incatenano sempre più e ci fanno sprofondare sempre più in basso.

Ci vuole qualcuno che ci tiri su per davvero.

Per quella donna senza nome divenne chiaro, con il passare del tempo, che quello sconosciuto aveva rischiato la sua vita per salvare quella di lei.

E nessun amante lo aveva mai fatto.

Che si chiamasse Gesù di Nazareth divenne il senso della sua vita.

Don Umberto