La Via 14 luglio
Santa Teresa Benedetta Della Croce: santità straordinaria per la (nostra) vita ordinaria
E’ stata una donna ebrea fermamente atea poi convertita al cattolicesimo, una filosofa divenuta poi religiosa, “una figlia d’Israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore Crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea”. E’ Edith Stein, Santa Teresa Benedetta della Croce, la santa a cui è stata intitolata la nostra nuova parrocchia che abbraccia tutte e quattro le parrocchie dell’unità pastorale; la santa a cui sarà dedicata la nostra nuova chiesa che sorgerà a Roveleto. Edith Stein,nacque a Breslavia 12 ottobre 1891, appassionata ricercatrice della verità, attraverso approfonditi studi di filosofia, morì martire della fede ad Auschwitz nei forni crematori il 9 agosto 1942, durante la persecuzione nazista, offrendo il suo olocausto per il popolo d’Israele.
“Senza scegliere, presi il primo libro che mi capitò tra mano. Era un grosso volume che portava il titolo: Vita di Santa Teresa d’Avila, scritta da lei stessa. Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetticonfessare a me stessa: Questa è la verità!”. Così Edith incontra Cristo, una chiamata alla fede che coincide fin da subito con la vocazione al Carmelo. Un incontro che pare impossibile, dall’ateismo al totale affidamento a Cristo: “Nel suo cammino da ebrea-atea a cattolica ci vedo la meraviglia dell’opera del Signore; un incontro con Gesù verso la pienezza della vita che l’ha portata a donare la sua vita” -ha sottolineato suor Maria Paola, madre superiora del monastero delle Carmelitane Scalze di Piacenza -. Edith passa i suoi primi dieci anni dalla conversione dedicandosi all’insegnamento, fino al 1933 anno in cui le viene concesso di entrare nel monastero carmelitano di Colonia, dove prende il nome di Teresa Benedetta della Croce. Dove in Santa Teresa Benedetta della Croce emerge la spiritualità carmelitana? La ricerca dell’essenzialità è senza dubbio un aspetto tanto caro a Teresa d’Avila quanto a Teresa Benedetta della Croce, come ci ha aiutato a comprendere Suor Cecilia, giovane carmelitana. “Non bisogna partire dalla propria idea di realtà ma occorre porsi in ascolto della realtà. Un ascolto e una ricerca di semplicità attraverso l’eliminazione del superfluo che portano alla profondità della persona”. Persona e mai individuo, poiché per Suor Teresa Benedetta della Croce parlare di individuo separato è un’astrazione, è la relazione che ci qualifica come persone. “Noi pensiamo di dover costruire prima noi stessi, di divenire forti e poi di andare ad incontrare gli altri, ma non è così, è nell’incontro con l’altro che definiamo la nostra identità” – ha puntualizzato suor Cecilia.“Maria ci ha generati secondo la vita della grazia avendo data tutta se stessa, corpo e anima, per essere Madre di Dio. Da qui nasce un’unione strettissima tra lei e noi: ella ci ama, ci conosce ed è interamente disponibile per renderci quali dobbiamo essere” – così santa Teresa Benedetta della Croce parlava di Maria, suo modello, lampada di luce lungo la strada piena d’ombre che conduce al Cielo-. Ogni carmelitana, secondo Teresa d’Avila, deve divenire “immagine vivente di Maria”, cosi è stato anche per suor Teresa Benedetta della Croce, carmelitana scalza: Maria modello di consacrazione a Dio nonché di apostolato, l’apostolato dell’amore divino, nutrito di preghiera, di silenzio e d’immolazione.
E oggi che festeggiamo la B.V. del Carmelo, tutti uniti in unica parrocchia dedicata ad una grande Carmelitana, chiediamo a Maria protezione, consolazione e che rischiari il nostro cammino verso il Cielo.