La Via

La Via 8 settembre

RADICALITA’ E PRUDENZA

                                                               (Lc 14, 25-33)pdf50

 

Ritornare a scrivere, settimanalmente, queste poche righe di commento al Vangelo è una sensazione salutare.

È una scelta che mi costringe, in senso buono, a stare immerso nella Parola di Dio lasciandomi provocare da essa e tutto ciò è tonificante per l’anima.

Quello di oggi sembra un Vangelo fatto apposta per gli inizi.

Con immagini concrete Gesù invita a considerare attentamente le proprie risorse prima di accingersi ad iniziare una qualsiasi opera o attività.

Noi ci troviamo al principio di un nuovo anno pastorale. Cosa dobbiamo valutare con attenzione?

A quali ponderati calcoli dobbiamo applicarci?

Prima di questo invito Gesù aveva usato parole durissime: “se uno ama il padre e la madre più di me non è degno di me”.

Una frase che sembra intimorirci, quasi sconcertarci; ma è anche una frase che suggerisce la prospettiva in cui porci all’inizio dell’anno.

Ciò che dobbiamo valutare ora non è tanto se abbiamo le risorse necessarie per i nostri progetti, se potremo concretizzare i nostri sogni, se riusciremo nelle nostre iniziative, ma se abbiamo la volontà di seguire più intensamente il Signore.

All’inizio dell’anno pastorale invito ciascuno a porsi con serietà questo interrogativo: “io voglio e posso conoscere più intimamente e servire più fedelmente Cristo?”

Questa è una di quelle domande di fondo, che vanno alla radice delle cose e dalla cui positiva risposta dipendono poi le altre scelte e la fermezza interiore con cui si elaborano progetti, si lanciano iniziative, si affrontano le spese.

È importante infatti non fidarsi troppo degli entusiasmi iniziali e passeggeri: proprio per questo Gesù usò parole così forti mentre “tanta gente andava con Lui”.

Gesù sembra sempre scoraggiare quelli che lo seguono con entusiasmo, quasi sedotti dalle sue parole.

Gesù non vuole sedurre, non vuole un consenso suggerito dall’euforia, ma il consenso che passa per la decisione meditata e consapevole.

Senza una deliberata convinzione interiore, infatti, non c’è cristianesimo.

 

 

Don Umberto