La Via

La Via 16 marzo

VEDERE DIO IN TUTTE LE COSE.                           (Mt 17, 1-7)pdf50

 

Ottobre 2013:

pernottamento sul Monte Tabor con un gruppo di pellegrini.

Al mattino, al risveglio, nuvole basse ci avvolgono per alcune ore.

Proprio là, nel luogo della Trasfigurazione, la stessa esperienza degli apostoli avvolti nella nube.

Con una strana sensazione: tra le nuvole ma al contempo nella luce. Una luce particolare, delicata, non abbagliante, che via via si è fatta largo fino a inondare completamente il luogo.

Aver vissuto fisicamente la pagina evangelica di cui parla la liturgia di oggi mi ha aiutato a penetrare più in profondità il significato di questo episodio.

Conoscendo Gesù nella sua assoluta verità, nel suo splendore e nella sua gloria, i discepoli ebbero anche la rivelazione di ciò che sarebbe stato il loro destino.

Fu come lo svelarsi del significato globale della loro storia. Per questo la Trasfigurazione è un episodio di cui dovremmo sempre nutrirci per allargare i nostri orizzonti, su Gesù, sul mondo, sulla storia in generale.

Noi siamo spesso tentati di lasciarci frammentare dagli impegni quotidiani, dalle scadenze e necessità: facciamo una

cosa, poi via subito un’altra, senza sosta. E così ci ritroviamo quasi sbriciolati dalle piccolezze quotidiane.

Gesù ci invita a contemplare il significato globale, e questa sua rivelazione permette di non rimanere schiacciati dagli avvenimenti; euforici se una piccola cosa va bene, depressi se un’altra va male.

Abbiamo bisogno di respiro.

A favorire questa visione più sapiente della vita c’è un ulteriore significato della Trasfigurazione.

Su quel monte gli apostoli videro che dietro la realtà fisica e materiale del corpo di Gesù si nascondeva la realtà spirituale e gloriosa.

I loro occhi si aprirono per poter cogliere, in tutto ciò che esiste, la realtà dell’amore di Dio la sua bellezza e sapienza.

Ci sono sguardi grazie ai quali si intravede l’infinito, la luce divina che pervade tutto il mondo.

Noi ci siamo abituati a guardare le cose nella loro dura materialità, ne conosciamo il valore, il peso, il colore: e così  un albero è solo un albero, il pane è solo pane e l’uomo è solo un uomo.

La forza e la bellezza della fede consistono nel superamento di questa visione limitata, di questa triste e noiosa abitudinarietà.

Anche noi possiamo tornare a vedere ciò che ora non vediamo e a sentire nuovamente ciò che non sentiamo, perché il mondo è stato trasfigurato con Gesù.

Possa il Signore portarci sul Tabor e svelarci quello sguardo del cuore mediante il quale si vede Dio in tutte le cose.

              Don Umberto e Don Stefano