La Via

La Via 3 febbraio

TRA RESISTENZE E OPPOSIZIONI.

(Lc 4, 21-30).

“Chi ben comincia è a metà dell’opera”, ci dice un noto proverbio popolare. Gesù invece cominciò malissimo. Secondo l’evangelista Luca infatti, l’episodio nella sinagoga di Nazareth è l’inizio dell’opera di Gesù. Ed è un fiasco. Ad una iniziale e fugace reazione di entusiasmo da parte dell’uditorio, segue una ben più cocente delusione che si trasforma in irritazione, addirittura in furia omicida.Perché tutto ciò? Occorre dire che per S. Luca questa scena anticipa e contiene in sé tutto il resto del Vangelo. L’opera pubblica di Gesù infatti seguirà queste stesse tappe: accoglienza iniziale, stupore, diffidenza, irritazione, violenza fisica nei suoi confronti.Ma l’interrogativo resta: cosa può mai generare una reazione simile? Perché quelli di Nazareth si sono opposti ad una buona notizia? Gesù non li aveva minacciati, ne’ tanto meno aveva negato loro qualcosa. Perché quindi si induriscono tanto? A volte le risposte più semplici sono quelle più vere e per questo io partirei da un motivo affettivo. Gesù era cresciuto a Nazareth, i suoi concittadini lo conoscevano e forse lo avevano anche aiutato alla morte del padre Giuseppe: si aspettavano qualcosa da lui, immaginavano avesse per loro un occhio di riguardo, una qualche forma di gratitudine. E invece Gesù va altrove a portare la Buona Notizia, è altrove che compie miracoli. Il loro quindi è un risentimento, tipico di chi si aspetta di essere ringraziato se fa del bene. Ci deve essere però anche qualcosa di più profondo, i compaesani avevano fatto i loro calcoli su Gesù: un uomo così famoso e importante poteva dare lustro al paese, essere una gloria locale, una specie di logo da stampare su prodotti per venderli. Se egli non rimane con loro tutto questo non può realizzarsi: mancato successo, mancata pubblicità, mancate entrate economiche: questo fa sempre irritare. Provate voi oggi portare via i Santi dai paesi in cui hanno vissuto!!Oltre a tutte queste meschine ma realissime motivazioni c’è la questione decisiva: se Gesù era il Messia, doveva esserlo solo per loro; perché andare anche dagli stranieri? Perché portare la salvezza anche a chi non era del loro clan? Un uomo così universalmente aperto come Gesù non poteva non infastidire chi si era adagiato nel proprio stile di vita e nel proprio piccolo mondo antico. È la reazione di chi sente che le proprie abitudini, fondate su convinzioni sbagliate, vengono ribaltate. È la stizza incontrollata che prende coloro che credono che il mondo finisca con il proprio paese e si trovano all’improvviso ad avere a che fare con qualcuno che giustamente ridicolizza questa visione. Sta di fatto che Gesù se ne andò e la Parola non poté essere annunciata. Tra resistenze e opposizioni potremmo barcamenarci anche noi?

Don Umberto                                                                                              [wpdm_file id=2]