La Via 13 aprile
È capitato un po’ a tutti, almeno una volta di fantasticare immaginando di tornare indietro nel tempo per poter essere presenti ad alcuni episodi o avvenimenti che hanno fatto la storia.
Trovarci là come spettatori consapevoli; come gente del XXI secolo, semplicemente trasportati all’indietro.
Così mi immagino cosa avremmo fatto se fossimo stati tra la folla esultante che accolse Gesù al suo ingresso a Gerusalemme.
Noi lo sappiamo come andò a finire.
Lo sappiamo che Gerusalemme rifiuterà Gesù, che i suoi lo tradiranno, che quella folla, tra cui siamo anche noi, lunatica e volubile gli si rivolterà contro.
Allora forse tenteremmo di farci largo per arrivare da lui e gridargli “fermati!”. “non andare fino in fondo Gesù! Lascia stare e torna indietro, non fidarti!”
Poi mi fermo un po’ a pensare e mi chiedo se, così facendo, non saremmo come coloro che proiettano su Dio tutte le loro paure e le loro fatiche.
Se non siamo noi quelli che hanno voglia di tirarsi indietro e di dire “basta, io mi fermo qui”.
“Basta col darsi da fare per un mondo e una società che non cambiano mai; basta con una vita sfrenata , sempre di corsa e non si sa bene perché;
Basta con il pensare agli altri e non a se stessi!”
La voglia di fermarsi è tanta.
Poi vedi Gesù.
Lui non ha detto “mi fermo”, ha detto, invece, “eccomi, ci sono”.
Ha varcato la soglia della città, è andato fino in fondo nel dono di sé, nella scelta di amore fino alla fine.
E conquistati da Lui altri hanno detto “eccomi”
La Veronica che si è fatta avanti con il suo tenerissimo gesto; il Cireneo che, forse controvoglia, si è sobbarcato un peso non suo; il centurione che ha proclamato la sua fede a dispetto del suo essere un pagano.
Di fronte a queste disponibilità semplici e umili sta la durezza e la meschinità di chi ha detto “mi fermo qui, basta con questo Gesù!”:
è la paura degli apostoli, il cinismo di Caifa, l’ambiguità di Pilato.
Davanti a questo gesto del Signore sentiamo nascere in noi una commozione, uno slancio, ma anche una paura: la paura di ritrovarci spenti e aridi perché incapaci di dire il nostro “eccomi”.
Ci soccorra il Signore perché non sia così.
Don Umberto e don Stefano
Vedo ora che nella notte triste, imparo,
so che l’inferno s’apre sulla terra
su misura di quanto
l’uomo si sottrae, folle,
alla purezza della Tua passione.
Giuseppe Ungaretti