Omelie

Omelia domenica 8 giugno

Mentre altri doni dello spirito potrebbero essere scambiati per semplici qualità umane, il dono della consolazione no.
Ricevendo questo dono si sente una pace e una chiarezza d’animo così bella e profonda che le circostanze esteriori non riescono a cancellarla.
A volte è legata alla gratificazione per qualche episodio: un sorriso di una persona, un ringraziamento ricevuto, un progetto che va a buon fine …
Ma tutte queste cose diventano consolazione quando ci si accorge che pace e gioia permangono, che vanno più a fondo, che non scompaiono quando scompare la gratificazione.
Un’esperienza del genere, normalmente è la fonte della creatività. Quando siamo consolati (in questo senso!) ci vengono le idee migliori, i pensieri più positivi, lo sguardo più ottimista sul mondo e sulla vita.
Se questa consolazione è un dono, noi che possiamo fare?
Mi viene in aiuto l’immagine del brano della Pentecoste: “il vento impetuoso riempì tutta la casa dove si trovavano”.
Tutta la casa …
Non c’era più un angolo nascosto, un pertugio in cui ripararsi, uno spazio in cui lo Spirito non potesse giungere.
Lo spirito si era preso tutto, perché i discepoli erano disposti a dare tutto.
I frutti dello Spirito e la consolazione anzitutto, si sperimentano quando non si tiene più nulla per sé, ma tutto si mette nelle mani di Dio.
Almeno proviamoci