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Nobel per la pace

Il premio Nobel per la pace è stato assegnato all’indiano Kailash Satyarthi e alla pakistana Malala Yousafzai, un indu e una musulmana, «per il loro comune impegno a favore dei diritti dei bambini e contro l’estremismo». È quanto si legge nel comunicato del comitato norvegese che assegna il prestigioso riconoscimento. Malala, 17 anni, è la più giovane a ricevere un Nobel, in 114 anni di storia del premio. Nel 2012 rimase vittima di un attentato dei talebani in Pakistan per il suo impegno a favore del diritto all’istruzione delle bambine. Meno conosciuto a livello internazionale, Kailash Satyarthi, di 60 anni, è stato promotore di diverse iniziative — tutte pacifiche — per denunciare il grave sfruttamento dei bambini a fini economici. E ha anche contribuito alla definizione di importanti convenzioni internazionali per tutelare i diritti dei più piccoli.

Malala, la ragazza scampata ai talebani. “Sono onorata” ha detto Malala, “sono felice e fiera di essere la prima cittadina pachistana a ricevere questo riconoscimento e di condividerlo con un cittadino indiano”. Malala è anche la persona più giovane ad aver mai ricevuto il Nobel. La notizia le è arrivata mentre si trovava a scuola a Birmingham, dove vive da quando è scampata nel 2012 all’attentato dei talebani in Pakistan. Aveva solo 14 anni, quando uscendo dalla sua scuola, in Pakistan, fu colpita da colpi sparati da due uomini. Volevano ucciderla perché impegnata nella difesa dei minori nel suo paese. Nel 2009 Malala era diventata famosa con un diario in lingua urdu, nel quale denunciava le atrocità commesse dai talebani nella valle di Swat. Parole che andavano punite: “Avevo solo due opzioni: restare in silenzio e farmi ammazzare o alzare la voce contro i tiranni e farmi ammazzare: ho scelto la seconda”.

Satyarthi: “Lavoriamo insieme”. Forse in futuro i due paladini dell’infanzia potrebbero trovarsi a lavorare fianco a fianco. “Conosco Malala personalmente e la inviterò a lavorare con me”, ha detto Satyarthi, parlando con i giornalisti a New Delhi dove vive con la famiglia. L’attivista ha aggiunto che il riconoscimento “è un momento di gioia per gli indiani e per i bambini”.

Il diritto all’istruzione. “I bambini – si legge nel comunicato che accompagna il Premio – devono poter andare a scuola e non essere sfruttati per denaro. Nei Paesi più poveri del mondo, il 60 per cento della popolazione ha meno di 25 anni d’età ed è un prerequisito per lo sviluppo pacifico del mondo che i diritti dei bambini e dei giovani vengano rispettati. Nelle aree devastate dalla guerra, in particolare – si legge ancora nella motivazione – gli abusi sui bambini portano al perpetuarsi della violenza generazione dopo generazione. “Nonostante la sua giovane età Malala ha già combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all’istruzione ed ha mostrato con l’esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto nelle circostanze più pericolose”, ha aggiunto Thorbjoern Jagland.