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Consolare gli afflitti

LE OPERE DI MISERICORDIA: CONSOLARE GLI AFFLITTI.

“LE MIE LACRIME NELL’OTRE TUO RACCOGLI” (Sal 56)

Preghiera di invocazione dello Spirito Santo Consolatore

Vieni, Spirito Santo,
vieni Spirito Consolatore
vieni e consola il cuore di ogni uomo
che piange lacrime di disperazione.

Vieni, Spirito Santo
vieni Spirito della luce,
vieni e libera il cuore di ogni uomo
dalle tenebre del peccato.

Vieni, Spirito Santo,
vieni Spirito di verità e di amore,
vieni e ricolma il cuore di ogni uomo
che senza amore e senza verità non può vivere

Vieni, Spirito Santo,
vieni, Spirito della vita e della gioia,
vieni e dona ad ogni uomo la piena comunione con te. AMEN

Tra le più praticabili opere di misericordia spirituale ce n’è una di cui si ha sempre più bisogno man mano che la vita e la società si plasmano sul modello della città, e che questa società tuttavia non pratica affatto: consolare gli afflitti. La civiltà contemporanea teme gli afflitti e li sfugge, perché teme il contagio dell’afflizione e non sa portare il contagio della consolazione. E in realtà non è facile consolare, specialmente se si crede che ciò consista in un obbligo da adempiersi mediante un discorso.

Brano di riflessione per la lettura personale.
Non c’è soltanto l’afflizione per la morte di una persona cara. Ogni perdita suscita in noi afflizione, sia essa la perdita dell’amore in un matrimonio che va a pezzi, la perdita del lavoro, della salute, dell’amicizia. Le opportunità mancate suscitano dolore e anche i deficit della nostra vita, di cui diventiamo dolorosamente consapevoli nel lutto. Gesù definisce beati gli afflitti e promette loro «perché saranno consolati» (Mt5,4). Gesù non vuole che sorvoliamo sul lutto. Negli ultimi anni ho compreso in maniera nuova che molti non giungono a vivere perché non piangono i loro deficit. Non piangono il fatto che il loro matrimonio non è diventato come avevano sperato, che non hanno trovato il lavoro che li appaga, che la loro azienda, la loro associazione, la loro comunità non è ideale come sognavano. E non piangono il fatto che nella loro infanzia non hanno ottenuto ciò a cui anelavano. Anche nella chiesa vedo molta rassegnazione. Essa spesso deriva dal fatto che non si piangono le condizioni della chiesa e delle comunità. Le comunità non sono più come negli anni Cinquanta dello scorso secolo. Soltanto se piango le condizioni vengo a contatto con nuove forze e nuove possibilità dentro di me. Consolare gli afflitti non significa incollare subito un pio cerotto sui deficit della propria biografia, bensì incoraggiare le persone a piangere ciò che fa loro male e ciò che manca a esse. Soltanto così crescono nella loro forza. Attraverso il lutto veniamo a contatto con il Consolatore che ci conforta e ci assiste. Il Consolatore, lo Spirito Santo è il vero confortatore, che entra con noi nel nostro lutto trasformandolo dall’interno. Il lutto è la condizione necessaria perché siamo in grado di fare l’esperienza dello Spirito Santo.
Questa è la vera consolazione, che anche noi cristiani dovremmo comunicare. Non siamo noi a poter donare conforto. Noi possiamo soltanto rinviare al conforto autentico che sta nel cuore di ogni uomo: lo Spirito Santo. Dentro di noi non ci sono soltanto il lutto, non soltanto il dolore, non solo la disperazione e l’impotenza. In noi c’è anche lo Spirito di Gesù. E questo Spirito ci farà attraversare ogni dolore.

Preghiere a Maria

Rit. O Maria, consolatrice degli afflitti, prega per noi

1 O Maria, Madre di misericordia, guarda a coloro che hanno perduto una persona cara, soccorrili perché possano portare il loro dolore e non esserne schiacciati. Preghiamo
2 O Maria, Madre della tenerezza, sii vicino a coloro che si sentono soli per una forte delusione affettiva.
Fa che possano sentire il tuo amore e sperimentare di nuovo quello dei fratelli. Preghiamo

3 O Maria, Madre della Chiesa, fa che le nostre comunità cristiane siano luogo in cui sperimentare la condivisione, la vicinanza, la fraternità senza condizioni. Preghiamo

4 O Maria, Madre nostra, tu che hai sperimentato il dono della conso- lazione, fa che ognuno di noi possa sentire la pace interiore che na- sce dal fare la volontà di Dio. Preghiamo

Si possono aggiungere intenzioni libere e spontanee

Padre nostro
Benedizione
Canto finale

L’ illogica allegria. di Giorgio Gaber.

Da solo
lungo l’autostrada
alle prime luci del mattino.
A volte spengo anche la radio
e lascio il mio cuore incollato al finestrino.

Lo so
del mondo e anche del resto
lo so
che tutto va in rovina
ma di mattina
quando la gente dorme
col suo normale malumore
mi può bastare un niente
forse un piccolo bagliore
un’aria già vissuta
un paesaggio o che ne so.

E sto bene
Io sto bene come uno quando sogna
non lo so se mi conviene
ma sto bene, che vergogna.

Io sto bene
proprio ora, proprio qui
non è mica colpa mia
se mi capita così.

È come un’illogica allegria
di cui non so il motivo
non so che cosa sia.
È come se improvvisamente
mi fossi preso il diritto
di vivere il presente

Io sto bene…
Questa illogica allegria
proprio ora, proprio qui.

Da solo
lungo l’autostrada
alle prime luci del mattino