La Via

La Via 20 settembre

UN MONDO CAPOVOLTO   (Mc 9, 30-37)download50

Gesù predicava il Regno.
Predicava e viveva nello stile del Regno
Una vita in cui tutti i valori del mondo sono totalmente capovolti. Dove non conta imporsi e aver successo ma servire.
Dove gli ultimi sono i primi e gli invitati a nozze sono i miserabili.
Le beatitudini furono il manifesto, la magna carta di questo Regno.
Ma altre volte Gesù lasciò intendere quali fossero le sue caratteristiche; spesso lo fece con i suoi discepoli, sempre piuttosto confusi, distratti, sedotti da altre logiche che non erano proprio quelle del loro Maestro.
Al centro i deboli e non i forti.
Davanti a loro un Dio che non punisce ma si lascia crocifiggere.
E nel cuore la forza di sfuggire a quella paura di perdere se stessi che avvelena ogni gesto e ogni parola.
Per comprenderlo questo Regno bisogna accoglierlo come bambini.
Non solo per comprenderlo, ma per entrarvi.
Fiumi di inchiostro si versano ancora oggi sullo spirito d’infanzia.
Si parla del fanciullo che è dentro di noi o della sindrome di Peter Pan.

Certo è che Gesù lo ha indicato come stile necessario.
Necessaria è la fiducia, necessario lo stupore, necessarie le domande.
La fiducia di un bambino è totale, ti mette quasi in imbarazzo.
Non dubita della parola di un adulto se appena appena inizia a conoscerlo.
Siamo noi adulti che la roviniamo questa fiducia. Facciamo uno sfregio ad un’opera d’arte.
Per poi averne nostalgia perché capiamo che senza fiducia tutti i rapporti umani si corrompono. Persino il Regno di Dio.
Anche lo stupore dei bambini è straordinario.
La capacità di meravigliarsi delle cose, di ciò che la vita offre o dona, di come è fatto il mondo.
Quando un bambino perde lo stupore sprofonda rapidamente nella noia.
Ma se un adulto conserva questa grazia allora si apre per lui la via delle realtà spirituali.
Lo stupore è la porta di accesso alla realtà del Regno, a quel mondo capovolto che Gesù ha testimoniato.
E infine le domande. Le domande che i bambini ti fanno sono semplici e radicali.
Perché non hanno niente da perdere e non temono le risposte.
Poi si diventa adulti e pian piano ci si pone solo le domande che comportino risposte poco compromettenti o che non ci portino a rimettere in gioco quella sicurezza che abbiamo con fatica raggiunto.
Ma il Signore non si stanca di bussare al nostro cuore e, se non lo ha già fatto, prima o poi ci donerà di sentire cosa sia il Regno, e magari di entrarvi.

Don Umberto e Don Stefano