La Via

La Via 15 novembre

DISINCANTO (Mc 13, 24-32)download50

Mi chiedo che periodo stesse attraversando la comunità a cui Marco scrive le pagine di cui oggi abbiamo ascoltato gli inizi.
Si tratta, infatti, di pagine che delineano catastrofi, smarrimento, paura e angoscia. Pagine cupe, almeno in parte.
E mi rispondo che, forse, quella comunità viveva il tempo del disincanto.
Cioè la sensazione che le cose passano e non rimangono, che si sbriciolano come case sulla sabbia, perché la vita stessa si sbriciola; è il disincanto della fragilità e della precarietà che connotano le cose di questo mondo.
Precari si rivelano i nostri progetti e i nostri sogni.
Precarie le promesse fatte e ricevute; precario persino il nostro amore.
Di fronte a tutto ciò arriva prima o poi la fase del disincanto.
Non so dire se sia un momento di crescita. Certamente non è una bella fase.
Molto meglio la rabbia: è certamente una manifestazione errata, ma nasconde il desiderio di fare qualcosa, la passione per ciò che si vive, la speranza di poter cambiare.
Ma il disincanto no: con esso si smarriscono i propri punti di riferimento quasi senza reagire.
Si finisce con l’accettare le situazioni passivamente o peggio ancora si pensa che la vita, l’amore, i valori veri non esistano in realtà.
Ecco, ad una comunità disincantata l’evangelista Marco scrive queste pagine.
Usa immagini forti, parla del sole e della luna che non danno più luce.
Il sole e la luna erano il grande orologio degli antichi: essi indicavano lo scorrere del tempo, di giorno e di notte.
Il loro oscurarsi corrisponde alla perdita del senso del tempo e del suo valore.
Come chi sente che le giornate scivolano via, senza slanci e senza vita: in modo disincantato appunto.
Proprio in questa situazione, dice il Vangelo, Dio si prepara a rivelarsi.
Dio non lascia che il nostro disincanto ci uccida l’anima, ma sostituisce al nostro modo di concepire il tempo il suo modo di concepirlo.
E allora proprio grazie alla crisi e alla perdita di quei punti di riferimento abituali, Dio ci conduce ad un’altra qualità di vita e di relazione con gli altri e con le cose.
E ciò che prima appariva importantissimo ora magari non lo sarà più e ciò che prima facevamo con fretta ora lo faremo con il tempo che merita.
Alla fine c’è qualcosa che dura e di fronte al quale anche il nostro disincanto va in frantumi: se il cielo e la terra passeranno, le parole di Cristo non passeranno.
Egli è alla porta; non come uno spione ma come uno che attende solo che noi andiamo ad aprire.

Don Umberto e Don Stefano